miércoles, 22 de junio de 2011

Figure retoriche

Allegoria: (dal greco allegorèin, "parlare diversamente") è una figura retorica consistente nella costruzione di un discorso che, oltre al significato letterale, presenta anche un significato più profondo, allusivo e nascosto. Un'allegoria tra le più note è quella del destino umano che viene paragonato ad una nave che attraversa il mare in tempesta:
passa la nave mia, sola, tra il pianto degli alcioni, per l'acqua procellosa (G. Carducci)
Allitterazione: consiste nella ripetizione delle stesse lettere e, quindi, dello stesso suono all'interno della stessa frase o della stessa strofa:
sentivo un fru fru tra le fratte (G. Pascoli)
Anafora: (dal greco anaforà, "ripetizione") ripetizione delle stesse parole alla fine di più versi o frasi:
sei nella terra fredda, sei nella terra negra (G. Carducci)
Antitesi: (dal greco antìthesis, "contrapposizione") rafforzamento di un concetto ottenuto aggiungendo la negazione del suo contrario (Lavorava di notte, non di giorno) oppure accostando due parole o concetti opposti (temo e spero).
Apostrofe: ( dal greco apostrophèin,"volgere le spalle a") interruzione di una frase per rivolgere un'invocazione a persona o cosa che può essere anche assente:
...ahi Pisa, vituperio de le genti!... (Dante)
Asindeto: coordinazione tra vari elementi di una frase senza congiunzioni:
vide confusamente, poi vide chiaro, si spaventò, si stupì, si infuriò, pensò, prese una soluzione. (A.Manzoni).

Deissi: (dal greco deiknumi, "mostro, indico") procedimento mediante il quale si richiama l'attenzione del lettore o dell' ascoltatore su un oggetto particolare, cui si fa riferimento mediante elementi linguistici, detti deittici, che concorrono a identificare in modo preciso l' oggetto in questione. Ad esempio nella frase "questo è un libro", il pronome questo è usato in senso deittico.
Ellissi: (dal greco elleipsis, "mancanza") consiste nell' eliminazione all' interno di un particolare enunciato, di alcuni elementi, per conseguire un particolare effetto di concisione e icasticità.
Eufemismo: (dal greco euphemismo, "parola di buon augurio") figura retorica adoperata per attenuare una espressione ritenuta troppo cruda, irriguardosa o volgare come ad esempio, convenzione di usare il verbo "andarsene" per per "morire".

Interrogazione Retorica: proposizione espressa in forma interrogativa, che non chiede però risposta in quanto la contiene già in sé, affermativa o negativa; serve ad aggiungere efficacia all'argomentazione e a indurre il lettore o l'interlocutore ad accogliere la nostra opinione.
Iperbato: rottura dell'ordine naturale della frase o del periodo per ottenere particolari effetti di espressività.
Iperbole: consiste nell'esprimere in termini esagerati un concetto per difetto o per eccesso.
Ironia: consiste nell' affermare una cosa che è esattamente il contrario di ciò che si vuole intendere. Si tratta di un tipo di comunicazione che richiede nel lettore e nell'ascoltatore la capacità di cogliere l'ambiguità sostanziale dell'enunciato.
Iterazione: ripetizione di parole o di frasi, spesso con valore espressivo così da costituire una figura retorica.
Litote: attenuazione di un concetto mediante la negazione del contrario, come nella frase:
Don abbondio non era nato con un cuor di leone
dove s'intende che era poco coraggioso (Manzoni).

Metafora: (trasposizione) sostituzione di un termine con una frase figurata legata a quel termine da un rapporto di somiglianza, ad esempio: Stanno distruggendo i polmoni del mondo, in cui "i polmoni del mondo" sta per "boschi".
Metonimia o metonomia: consiste nell'usare il nome della causa per quello dell'effetto, per esempio: "vive del suo lavoro" significa che "vive del denaro guadagnato grazie al suo lavoro".

Onomatopea: (dal greco onoma, "nome" e poièo, "faccio") è un vocabolo o un'espressione che tenta di riprodurre per mezzo del suono una determinata imitazione. Ad esempio din-don riproduce il suono di una campana.
Ossimoro: (dal greco oksymoron, composto di oksys, "acuto" e morós, "sciocco" come modello di unione di concetti discordanti) forma di antitesi di singole parole che vengono accostate con effetti paradossali (es. paradiso infernale, ghiaccio bollente).

Perifrasi: (dal greco periphrasis, "locuzione intorno") detta anche comunemente "giro di parole",consiste nell' usare, invece del termine proprio, una sequenza di parole per indicare una persona o una cosa (il ghibellin fuggiasco per Dante).
Personificazione o Prosopopea: (dal greco prósopon, "volto" e poiéin, "fare") figura retorica, di gusto classico, consistente nell'introdurre a parlare un personaggio assente o defunto, o anche cose astratte e inanimate, come se fossero persone reali.
Molti e celebri sono gli esempi, che evidenziano come la poesia abbia sempre fatto un largo uso di una simile tecnica espressiva, dalla personificazione della Famanell'Eneide virgiliana, a quella della Frode nell'Orlando Furioso di L. Ariosto, fino ai cipressi introdotti a parlare in una celebre lirica (Davanti San Guido) di Carducci.
Pleonasmo: ridondanza che consiste nell'utilizzo di un termine superfluo. Es. A me mi piace.
Polisindeto: contrario dell'asindeto e consiste in una sequenza molto marcata di congiunzioni fra due o più parole o enunciati.
Reiterazione: figura retorica consistente nel ripetere uno stesso concetto con altre parole.
Reticenza: (dal latino reticere, 'tacere') consiste nell'interrompere e lasciare in sospeso una frase facendone intuire al lettore o all'ascoltatore la conclusione, conclusione che comunque viene taciuta deliberatamente per creare nell'ascoltatore o nel lettore una particolare e viva impressione. Un esempio sono frasi in cui sono presenti puntini di sospensione:
E questo padre cristoforo, so da certi ragguagli che è un uomo che non ha tutta quella prudenza, tutti quei riguardi... (A. Manzoni)
Ripetizione: figura retorica che consiste nel ripetere una o più parole a breve distanza per dare maggiore evidenza o calore al discorso. Es. Via, via di qui!

Similitudine: (dal latino similitudo, "somiglianza") figura retorica consistente in un paragone istituito tra immagini, cose, persone e situazioni, attraverso la mediazione di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali (come, simile a, a somiglianza di). Es. È furbo come una volpe.
Sineddoche: (dal greco synekdékhomai, "prendo insieme") figura semantica consistente nell'utilizzazione in senso figurato di una parola di significato più o meno ampio della parola propria. Fondata essenzialmente su un rapporto di estensione del significato della parola, questa figura esprime: la parte per il tutto (vela invece di nave); il tutto per la parte (una borsa di foca, per indicare una borsa fatta di pelle di foca); il singolare per il plurale e viceversa (l'italiano è molto sportivo); il genere per la specie (mortale per l'uomo).
Sinestesia: (dal greco syn, "insieme" e aisthánestai, "percepire") procedimento retorico che consiste nell'associare, all'interno di un'unica immagine, sostantivi e aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse, che in un rapporto di reciproche interferenze danno origine a un'immagine vividamente inedita. Un simile procedimento, non estraneo alla poesia antica, diviene particolarmente frequente a partire dai poeti simbolisti e costituisce poi uno stilema tipico dell'area ermetica della poesia italiana del Novecento, ad esempio:
urlo nero della madre (S. Quasimodo)
Sospensione: figura retorica consistente nel lasciare volutamente interrotto un discorso.

miércoles, 18 de mayo de 2011

viernes, 29 de abril de 2011

Quanti e quali sono i tipi di testo?

Quanti e quali sono i tipi di testo? Il problema della classificazione dei tipi testuali è lontano dall’essere risolto in modo univoco da parte degli studiosi. Esistono infatti diverse tipologie, che si diversificano a seconda dei parametri utilizzati per costruirle. Una delle tipologie più adottate, soprattutto in chiave didattica, è quella fondata sulle funzioni dominanti nei diversi testi,intendendo per funzioni dei «macroatti» linguistici o intenzioni comunicative che corrispondono, grosso modo, alle tradizionali partizioni retoriche del discorso: descrizione, narrazione, esposizione, argomentazione.
Rispetto a queste quattro funzioni dominanti, altre proposte aggiungono il tipo regolativo. A nostro parere la tipologia più utile a fini didattici appare quella proposta da Werlich 1976 (ripresa da Lavinio 1990 con adattamenti), che distingue cinque fondamentali tipi testuali, correlandoli a distinte matrici cognitive:
- il tipo descrittivo, che evidenzia fenomeni (persone, oggetti, stati di cose, relazioni) visti in un contesto spaziale. Si associa alla matrice cognitiva che permette di cogliere le differenze e le interrelazioni di percezioni relative allo spazio.
 - il tipo narrativo, orientato prevalentemente su azioni (e trasformazioni) di persone, oggetti, relazioni e concetti nel contesto temporale. E’ associato alla matrice cognitiva che permette di cogliere le interrelazioni e differenze di percezione lungo il tempo;
 - il tipo espositivo è orientato verso la scomposizione (nell’analisi) o la composizione (nella sintesi) degli elementi costitutivi dei concetti. La sua matrice cognitiva è la comprensione di concetti, generali e particolari.
- il tipo argomentativo, orientato verso le relazioni tra i concetti. Ha una matrice cognitiva legata al giudizio, alla capacità di istituire legami tra i concetti attraverso l’evidenziazione di similarità, rapporti, contrasti e trasformazioni;
- il tipo regolativo, orientato verso il comportamento futuro del produttore del testo o di altri, è collegato alla matrice cognitiva che pianifica il comportamento futuro.
Questi cinque ‘macroatti’ linguistici vanno considerati non tanto dei tipi di testo individuabili concretamente, nella realtà, quanto dei tipi generali di atteggiamenti comunicativi. Essi accomunano gruppi di testi concreti, realmente esistenti, che vengono definiti generi testuali.
I generi testuali sono quindi le classi terminali (lettera, oroscopo, bollettino metereologico, barzelletta ecc.) di una tassonomia che parte dai tipi di testo. Un’altra importante distinzione che risale a Werlich ( 1976 ) è quella tra forme e generi fictional e non fictional dove nel fictional si può comprendere l’intera produzione letteraria, intendendo‘fingere’ sia nel senso di «plasmare», forgiare il materiale linguistico (cfr. la poesia), sia nel senso di «immaginare», e quindi dire falsamente.
(Rosaria Solarino)

jueves, 21 de abril de 2011

Il segreto del Colosseo

      da "Altre storie" di Gianni Rodari
Questa è una storia vera. Un passero cresceva in casa di un vigile urbano amico mio. Lo aveva trovato per terra presso il capolinea del 28 una mattina presto: doveva essere caduto dal nido, perché non sapeva volare.
Il vigile lo portò a casa, lo nutrì, gli fece il nido in un vecchio kepì di sughero, di quelli che i vigili portano d’estate. Lo chiamò Sasà e gli voleva un gran bene.
Anche il passero gliene voleva. Per esempio, se squillava il campanello e qualcuno entrava in casa, il passero continuava tranquillamente a fare quel che stava facendo: passeggiare sotto il tavolo, becchettare in cucina, esplorare sotto i mobili; ma se entrava il vigile, il passero correva alla porta cinguettando per dargli il benvenuto. Quando la famiglia andava a tavola, il passero s’accoccolava vicino al piatto del vigile e gli beccava i piselli dello spezzatino.
Il vigile aveva un bambino di nome Roberto. Anche Roberto voleva bene al passero e il passero gli voleva bene, ma non come al padre.
Una mattina Sasà fu trovato morto e Roberto scoppiò in lacrime.
- Non piangere, - gli disse il padre. – Ora mettiamo Sasà in questa scatoletta. Tu sta’ attento che nessuno lo tocchi, e dopo pranzo lo portiamo a seppellirlo.
Alle due il vigile tornò dal suo lavoro; pranzò con la famiglia, poi, siccome aveva mezza giornata di libertà, prese Roberto per mano, si mise in tasca la scatoletta con il povero Sasà e uscì. Prima però aveva involtato la scatoletta in un robusto foglio di carta da zucchero e l’aveva legata con uno spago in croce.
- Vieni, - disse a Roberto.
- Dove lo portiamo? - domandò il bambino. – Al cimitero?
- No, là non ce lo lasciano mettere. E poi è un passero: sotto terra non ci starebbe bene.
- Allora dove?
- Vedrai, - disse il vigile.
Montarono su un filobus; scesero in centro; aspettarono un autobus e con questo arrivarono fino in piazza del Colosseo.
Roberto non aveva mai visto il Colosseo e gli parve così grande che non ci stava negli occhi.
Padre e figlio entrarono al Colosseo, fecero il giro della vasta arena su cui un tempo combattevano leoni e gladiatori, salirono sulla prima galleria dove c’è il palco dell’imperatore, salirono sulla seconda galleria e poi sul terrazzino più alto. Di lassù si vedeva tutto l’interno del Colosseo e si respirava un’aria così forte che dava le vertigini.
Il vigile si guardò attorno per assicurarsi che i guardiani non lo stessero spiando; poi si tolse la scatoletta di tasca, la infilò in una fenditura tra due massi e la ricoperse di terriccio e di calcinacci grattati lì intorno.
Ogni volta che vado al Colosseo mi fermo a guadare i turisti di tutto il mondo che scattano fotografie e si fanno spiegare dai ciceroni i gladiatori, i leoni, i cristiani, gli imperatori, e via dicendo.
E mi viene un po’ da ridere a pensare che la cosa più curiosa e gentile di tutto il Colosseo, che è così grosso e così vecchio, è un piccolo passero sepolto lassù lassù nella sua scatoletta avvolta nella carta da zucchero.
In ogni cosa c’è sempre un piccolo segreto che i ciceroni non conoscono.

martes, 19 de abril de 2011

Mafalda


Il nome del personaggio è ispirato a quello di una bambina di un romanzo di David Viñas, Dar la cara, pubblicato nel 1962 in Argentina. Mafalda nasce nel 1963 per promuovere una linea di elettrodomestici in una campagna pubblicitaria sul quotidiano Clarín. Ma all'ultimo momento non si raggiunge un accordo e la campagna è annullata.
Mafalda diventa un fumetto su suggerimento di Julián Delgado, a quel tempo editore del settimanale Primera Plana e amico intimo di Quino. La prima striscia compare sul settimanale il 29 settembre 1964. Il successivo 9 marzo, la pubblicazione è sospesa per una controversia legale.

Ugo Pratt

Ugo Pratt e Corto Maltese



Hugo Pratt è nato nel 1927 in Romagna, è poi vissuto a Venezia. Cartoonist, ha fatto esperienza in Italia, a Buenos Aires, in Brasile e a London. Qui ha collaborato ai periodici Daily Mirror, e Sunday Pictorial. E' stato ideatore dei personaggi per il fumetto Anna nella jungla, Ernie Pick, il sergente Kirk soldato della cavalleria federale americana che però collabora con i pellerossa "buoni".

Ha poi dato vita nel 1967 al personaggio di Corto Maltese, attraverso strisce volumi e una rivista. Corto Maltese è un marinaio in costume ottocentesco. Le avvenutre di Corto Maltese danno occasione per un disegno esotico e onirico, che ha avuto grande successo.


http://www.liceipujati.it/progAnn60web/6-Fumetto.htm

sábado, 19 de marzo de 2011

Il fumetto nel XXI secolo

Le vignette di D’Alfonso e Cascioli

fumettista e illustratore

L'autore di fumetti può avere varie "specializzazioni": 
 può essere soggettista/sceneggiatore (colui che inventa le storie che verranno illustrate da altre persone); disegnatore (colui che le disegna) o "autore completo" (colui che scrive e illustra da solo le proprie storie). 
Quino, ad esempio è soggettista e disegnatore.
Pseudonimo dell'autore di fumetti e disegnatore argentino Joaquín Salvador Lavado(n. Mendoza 1932). Pubblicò le sue prime vignette nel 1954. Nel 1964 creò il personaggio di Mafalda, protagonista di una popolarissima striscia, bambina contestatrice e polemica che con domande e commenti irriverenti mette in crisi adulti e coetanei. Q. abbandonò il personaggio nel 1973 per dedicarsi esclusivamente alla creazione di tavole umoristiche e satiriche.

Vedere:
http://www.danielcuello.com/
http://www.treccani.it/enciclopedia/quino/

Storia del fumetto italiano

Il 27 dicembre 1908 (data in cui uscì il primo numero del Corriere dei Piccolisupplemento domenicale illustrato del Corriere della Sera) viene tradizionalmente considerata la data di nascita del fumetto italiano. Inizialmente sulle tavole dai colori vivaci non furono inseriti i balloon, ma strofette rimate e moraleggianti poste sotto le vignette. Questa forma rappresentativa rimase così per decenni.  Inoltre la cultura letteraria del tempo era ancora lontana dal concepire libri per l’infanzihttp://www.balnea.net/images/gallerie/2849_2.jpga finalizzati al puro intrattenimento. 
Vedere il testo in: http://comicsando.wordpress.com/storia-del-fumetto-italiano/

viernes, 18 de marzo de 2011

Cantico delle creature San Francesco d'Assisi

L' alfabeto italiano

Si può vedere anche http://www.grammaticaitaliana.net

Pubblicità Progresso

Pubblicità sociale

Se fossi una farfalla volerei da te

Pubblicità commerciale: Barilla

Carmina Burana

Carmina Burana



Oh Fortuna!
como la luna
cambiante,
siempre creciendo
y decreciendo;
detestable vida
primero oprimes
y luego alivias
a tu antojo;
pobreza
y poder
derrites como el hielo.

Destino monstruoso
y vacio,
tu rueda da vueltas,
perverso,
vano es el bienestar
y siempre se disuelve en nada,
sombrío
y velado
me mortificas a mi también;
ahora por el juego
traigo mi espalda desnuda
para tu villanía.

El Destino está contra mí
en la salud
y la virtud,
empujado
y lastrado,
siempre esclavizado.
A esta hora
sin demora
toca las cuerdas vibrantes;
puesto que el Destino
derrota al más fuerte,
llorad todos conmigo!

Canto Quinto Inferno

Canto primo Divina Commedia

jueves, 17 de marzo de 2011

Che cos’è la pubblicità

«La pubblicità è... l’arte di convincere i consumatori».


Per pubblicità si intende qualunque attività diretta a far conoscere l’esistenza di un bene o di un servizio, al fine di  incrementarne il consumo.


Leggere la tesina di Cecilia Moni: Analisi trasversale ai vari tipi di pubblicità relativamente al colore

Scrivere un riassunto di 250 parole spiegando:
1- La Storia della pubblicità.
2. Importanza del colore nel testo pubblicitario.

martes, 15 de marzo de 2011

Gel d' aloe

Dopo aver ottenuto il gel dalla pianta potete utilizzarlo così com'è e conservarlo in frigo per max 2 settimane. Se invece volete renderlo più denso e conservarlo più a lungo, cioè gelificato come quello che si compra in tubetto (anzi ancora meglio perchè completamente puro al 100%), allora dovete aggiungere un addensante e un conservante, ossia:
0,5% di xantana
1% di glicerina
conservante q.b.(io ho usato il Cosgard)
Quindi per 100 gr di gel ho messo 1 gr di glicerina, mezzo grammo di xantana e 16 gocce di Cosgard.
Se non avete la bilancia digitale potete usare il cucchiaino e mettere una punta di xantana e una punta di glicerina.
Se non avete questi ingredienti, non fa nulla, il gel potete utilizzarlo così com' è ottenuto dalla pianta, ha le stesse proprità solo che è meno denso.

Carlitadolce

il tutorial è un video regolativo

Tutorial: come fare il gel d'aloe
Confluiscono: la visione, l'audio, il testo scritto...
Spiegate come si fa!

domingo, 13 de marzo de 2011

Modulo di iscrizione: Biblioteca nazionale centrale di Roma

Metodologia della ricerca giuridica in Biblioteca
25- 26 gennaio 2011


Spaghetti


Riconoscere i verbi!

Tutte le ricette con gli Spaghetti 

Storia della pizza

La pizza ha origini antichissime; alcuni storici infatti suppongono che questo alimento era presente già nella cucina etrusca con forme e ingredienti ovviamente molto diversi da oggi. La pizza nasce però come un piatto povero che necessita per la sua alimentazione di alimenti semplici e facilmente reperibili:farina,olio,sale e lievito.
La vera pizza Nasce intorno al 1600 dall'innegabile ingegno culinario meridionale, bisognoso di rendere più appetibile e saporita la tradizionale schiacciata di pane; all'inizio si trattava di pasta per pane cotta in forni a legna, condita con aglio, strutto e sale grosso, oppure, nella versione più "ricca", con caciocavallo e basilico.
Della pizza più recente,quella che conosciamo noi dall'impasto soffice e gustoso se ne parla fra il 500 e il 600; la cosiddetta pizza alla" mastunicola" ossia pizza al basilico. Era preparata mettendo sul disco di pasta, dello strutto ,formaggio, foglie di basilico e pepe.
Più avanti nel tempo nasce quella ai "cecinielli", ossia con la minutaglia di pesci che, soprattutto, i pescatori avevano a disposizione.
L'arrivo sulle tavole della pizza moderna,avviene con la scoperta del pomodoro!

Che pizza! Con ingredienti semplici

Il lessico




Vedere:http://studiamoitaliano.blogspot.com/2008/06/la-frutta-e-la-verdura.html

Fare la pizza

I testi regolativi

I testi regolativi indicano le regole cui bisogna attenersi per svolgere correttamente una determinata attività.
Tali regole possono presentarsi sotto forma di ordini, disposizioni, regole, leggi, permessi, istruzioni.


VALORE

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto,
un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato,
due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale
ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord,
qual'è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo,
la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
Erri De Luca (da “Opera sull'acqua e altre poesie”, Einaudi, To, 2002)

Erri De Luca: Valore